A volte pensiamo che la battaglia sia “là fuori”, che il mondo sia un luogo ostile dal quale difendersi. Ma ad un’analisi più attenta, prendiamo coscienza che la battaglia, quella degna di essere combattuta, è dentro di noi, nel modo in cui rispondiamo al mondo.
Il Guerriero “vince” la battaglia, quando realizza  che non c’è una reale battaglia da combattere.

Perché quando siamo veramente in noi stessi, centrati, in uno stato di chiarezza mentale, con coraggio guardiamo alle cose e li, realizziamo che perfino all’interno di noi stessi non c’è nulla da combattere. Diveniamo consapevoli che la battaglia è creata da come la nostra mente percepisce il mondo. Le guerre sono combattute da persone che percepiscono solo le differenze, incapaci di vedere la più profonda verità interiore della nostra unità.
La via del guerriero non va intesa come combattimento o autodifesa fini a se stesse.
Ma, come “Do” via di conoscenza di sé dove la lotta vera è arrivare a non combattere, giungere a quella unità tra forze avverse e compassionevoli.
Questo é il senso profondo dell’essere Guerriero.